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Sono donne e hanno tutte finito da poco l'Accademia di Belle Arti o il Liceo Artistico. Le incontriamo all'ultima lezione del corso per "Pittore-decoratore edile". L'atmosfera è quella spensierata da ultimo giorno di scuola, anche se le troviamo arrampicate sulle scale o a cavalcioni sulle impalcature per completare gli ultimi dettagli. Il laboratorio è curato dall'Ente Scuola Edile di Catania, consorzio di sindacati e imprese operanti nel settore edile diretto da Giacomo Giuliano, ed è guidato da Simona Sciacca e Mario Zito. Scopo del corso era la formazione di operatori edili abili a realizzare, conservare e restaurare supporti murali interni ed esterni. Il già consistente programma del corso si è ancor più accresciuto grazie alla scoperta fatta per caso da due allieve. Durante la parte pratica del corso che si è svolta nei locali del Centro Culturale Ambientale di via S. Agata, prevista all'interno delle 75 ore di stage, è stato riscoperto un proclama del generale Armando Diaz che era stato coperto dalla cementite durante uno dei tanti lavori realizzati in passato nell'edificio. Da qui è partita la ricerca storica e documentale sul ritrovamento, e nessuna occasione poteva essere più propizia per mettere in pratica gli interventi studiati durante la parte teorica del corso.
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Il lavoro è stato duro, mancava ogni genere di notizia su ciò che era stato ritrovato. La sfida era così ancora più affascinante. Man mano che proseguivano i lavori sono state recuperate non solo le lettere del proclama ma le è stata restituita anche l'originaria cromia. Ci raccontano che emozione è stata per loro veder ricomparire da dietro quel velo di cementite ogni singola lettera. La narrazione è dettagliatissima. Sembra di rivederle all'opera durante la ricostruzione delle parti compromesse dai precedenti lavori o durante la fase dei piccoli e decisivi tocchi finali. Il risultato conclusivo è davvero eccellente. Il proclama murale restituito alla città è identico a uno già ben visibile a Palazzo degli Elefanti. Supportati dalla direzione dell'Ente e dalla responsabile del laboratorio, la squadra in rosa non solo è riuscita a recuperare per intero ciò che aveva scoperto, ma anche a realizzare lo stemma civico in una delle pareti.
Orgogliose del lavoro svolto, le ragazze parlano volentieri anche d'altro. Fra una foto ricordo e una battuta, si confrontano sul delicato tema del lavoro e sembrano concordi nell'attribuirsi una chance in più. Nelle loro speranze c'è ora una telefonata, da una delle imprese edili che potrebbe andare a pescare le loro schede fra quelle archiviate dall'Ente.
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